Sono tornato al cinema, dopo diversi anni, a vedere il nuovo film di Cristopher Nolan.
Poderoso, potente, avvincente, straziante, angosciante.
Una storia raccontata in modo mirabile, con un montaggio che lascia senza fiato per tre ore.
Un film necessario.
Ma – almeno per me – non più sufficiente.
È un film di sola Andata, dentro l’Ombra più grande della recente storia mondiale: la bomba atomica e gli enormi dilemmi etici che ha fatto scoppiare.
È un capolavoro dell’Andata.
A me non basta più, io sogno Altro.
Sogno Storie del Ritorno.
Intendiamoci: Nolan ha un talento incredibile. Dal punto di vista narrativo il film è un’architettura perfetta che scivola senza attrito tra diversi piani temporali, interpretato da attori sontuosi.
Mentre lo guardavo, però, accanto a una grande ammirazione per l’opera che vedevo svolgersi sullo schermo, si faceva strada in me un senso di angoscia che è montato di scena in scena fino a deflagrare nell’incredibile finale.
Credevo fosse un film sulla bomba atomica, invece mi sono ritrovato davanti a una storia sugli enormi dilemmi etici che essa scatena. Credevo parlasse di Hiroshima e Nagasaki, invece la bomba narrata è quella che, alla fine, scoppia dentro di te.
Ed è proprio questo il punto: ciò che ti resta alla fine.
Io non ho dormito la notte: per l’angoscia che si agitava dentro e per la consapevolezza di aver assistito a una grande narrazione. Ma anche perché c’era qualcosa – ancora senza nome – che non mi tornava.
Ci ho pensato fino all’alba, fino a quando i primi raggi di Sole hanno portato con sé un’intuizione.
Mi hanno ricordato del Viaggio dell’Eroe.
Tutte le grandi Fiabe iniziatiche sono costruite secondo questa ben precisa Mappa triarticolata: Partenza – Viaggio – Ritorno. Il protagonista, a causa di una crisi, si separa dal Mondo Ordinario dentro cui è sempre vissuto, affronta durante il Viaggio prove e antagonisti e alla fine ritorna nel mondo con i doni conquistati.
L’Eroe ritorna.
Oppenheimer è un film di sola Andata.
Le Fiabe ti forniscono strumenti per affrontare l’Ombra, Oppenheimer invece te la lascia scoppiare tra le mani.
Le Fiabe narrano la notte e l’alba che – sempre – arriva, Nolan ci lascia dentro il buio.
Il dilemma etico che il film pone rispetto agli scienziati (“è giusto lavorare a un progetto di ricerca che sai che potrebbe essere usato per il male?”), lo pone in realtà anche ad ogni artista – e quindi ad ognuno di noi in quanto creatori: siamo responsabili delle opere che creiamo, dei loro effetti sulle persone?
La domanda è potente e lascia senza fiato.
Io non ho una risposta netta, però ho una sensazione chiara: io mi sento chiamato a scrivere e raccontare Storie del Ritorno. Perché l’Ombra è necessaria, ma è un passaggio verso la Luce.